Comune di Palazzo Adriano |
Cenni Storici
Le prime notizie riguardanti un casale detto Palazzo Adriano risalgono al tempo dei Vespri Siciliani (1282). Tuttavia il paese, rimasto praticamente disabitato durante il XIV sec. fu ripopolato nel XV sec. da una colonia militare di Albanesi e da loro successive ondate migratorie in seguito all'invasione dell'Albania da parte dei Turchi.Il Comune di Palazzo Adriano, conservò a lungo, attraverso i secoli, cinque autonomie: amministrativa, giudiziaria, economica, religiosa e militare, di origine balcanica, permesse e riconosciute dalla legislazione del regno meridionale. Esse costituiscono un fatto sostanzialmente unico nella storia dell'Italia Meridionale. Furono sancite attraverso una lunga serie di "Capitoli" molto vantaggiosi, ottenuti in primo luogo per il rispetto verso i grandi personaggi della storia di Skanderbeg qui radunatisi. Il massimo sviluppo socio-politico di questo paese si ebbe nel sec. XIX quando un'organizzazione di campieri palazzesi si insediò nei feudi di quasi tutta la Sicilia ed arrivò ad esprimere figure di primissimo piano in campo nazionale, la più importante delle quali fu Francesco Crispi. Questi, originario di Palazzo Adriano, con l'aiuto di vari altri suoi compaesani, appoggiò e sostenne nella fase iniziale la Spedizione dei Mille, monopolizzò le posizioni della Sinistra Nazionale col giornale "La Riforma" e riuscì ad estendere parecchie delle autonomie e tradizioni del suo paese di origine, a tutta l'Italia, avviandone per primo la democratizzazione. Gli abitanti di Palazzo Adriano grazie alle ampie libertà consentite dalle loro strutture sociali e religiose, con il loro spirito fiero e combattivo rivendicarono in campo religioso, civile e politico, l'autonomia di varie iniziative. Testimonianze tangibili dell'avvio della storia di Palazzo Adriano si trovano nell'elemento urbanistico originale di natura militare difensiva del paese consistente in cunei di case che si addentrano in piazze previste come campi di battaglia. Questi cunei si trovano tuttora in Piazza Umberto I, sul colle di S. Nicola e nella Piazzetta Garibaldi. Il paese, infatti, caso unico in Europa in questo periodo (XVI-XVIII sec.) assieme agli altri paesi siculo-albanesi di origine militare, da esso derivanti, si sviluppò in forma di nuclei difensivi consecutivi forniti di porte d'ingresso costituite dagli attuali archi sotto i quali si trova in genere l'immagine della Madonna protettrice. Essi sono circondati in forma di mura da file di case con rare strade di accesso. Il più completo di questi nuclei è il cuneo della Piazza Umberto I che si stende fino al quartiere detto «Cittadella» circondato da fiumi, all'interno del quale nel cortile detto dei Fabbri, c'erano delle fabbriche di armi dalle lame rinomate. Dunque gli Albanesi venuti a Palazzo Adriano erano dei militari e la sistemazione delle tende prima e delle case dopo venne fatta secondo un piano militare. D'altra parte vennero qui con la guerra negli occhi e la morte pronta ad inseguirli, quindi era necessario salvaguardare la propria vita e quella dei familiari costruendo delle strutture adeguate e sicure per difendersi da eventuali attacchi. Dopo la caduta di Scutari nel 1479 vennero i questi paesi i capi militari dell'esercito di Skanderbeg, facoltosi e di grandi capacità organizzative e i loro nomi e cognomi vi si conservano e sono testimoniati identici, da centinaia di anni, nei registri parrocchiali delle rispettive chiese.