Le tappe del Cammino Corleone - Sciacca

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Corleone
Comune di
Corleone

 Natura

  1. Castello Sottano
  2. Gole del Drago
  3. Cascata delle Due Rocche
  4. Rocca Busambra
  5. Monte Barracù
  6. Bosco della Ficuzza

 

Su un’alta rupe isolata al centro del paese si ergeva il castrum inferius o castello sottano. Esso nacque nel 1268 per difendere  e controllare il nuovo insediamento, creatosi molto probabilmente con l’arrivo dei lombardi, in età federiciana. Il castello medievale, che ora è un monastero dei francescani, fino alla metà del ventesimo secolo divenne un carcere e solo dopo il 1947 divenne il convento dei Frati Minori. La rocca è considerata oasi di ricercata spiritualità grazie alla presenza dei frati che rappresentato un punto di riferimento per i corleonesi.

 

Tra le principali attrazioni naturalistiche oltre alle cascate delle due rocce, ci sono le “Gole del drago” scavate dall’acqua, che danno origine a piccole cascate che si riversano l'una nell’altra. Sono formate dal fiume di Frattina, affluente del Belice Sinistro. Il Fiume Belice ha due origini: il  Belìce Destro, che nasce dai Monti di Piana degli Albanesi, ed il Belìce Sinistro, che è alimentato dalla Rocca Busambra e dal Bosco della Ficuzza. Le Sorgenti perenni del Belice sinistro si trovano lungo il letto del Fiume Frattina in mezzo ad una suggestiva successione di cascatelle e marmitte d’erosione fluviale. A monte delle sorgenti il Frattina ha regime torrentizio e va in secca stagionale, a valle diventa fiume e, prima di procedere tra i canneti assediati da colline d’argilla arate e coltivate a grano, forma un’ampia e profonda piscina, rifugio di tartarughe palustri, granchi, natrici e pesci.

 

Ad est del centro abitato si trova il castello soprano, ai cui piedi è possibile visitare la “Cascata delle Due Rocche” formata dal salto del torrente San Leonardo, affluente sinistro del Fiume Belice, che col tempo ha creato un vero e proprio “canyon” di pareti di roccia calcarinitiche ricoperte di vegetazione rupestre. Attorno al Canyon vi sono sentieri, non facili da percorrere, dai quali si ha una veduta piuttosto suggestiva.

 

Nei dintorni di Corleone è possibile fare una passeggiata sul sentiero di Rocca Busambra, rilievo più alto della Sicilia occidentale di circa 1612 m. Nei pressi della cima, protetti all'interno di ampie fratture, crescono sparuti aceri. Il versante settentrionale è davvero imponente, con pareti calcaree a strapiombo alte fino a 350 m che emergono dal verde dei boschi e dei pascoli.

 

 

Il monte Barraù (o Barracù), habitat meravigliosi per oltre mille specie di vegetali e per moltissime specie di animali presenti in Sicilia, come volpi, donnole, lupi, ricci, uccelli selvatici e rapaci.

 

Allettante per gli amanti della natura è anche la Riserva naturale orientata a Bosco della Ficuzza, che fu una riserva di caccia del re Ferdinando IV di  Borbone. Il Bosco Ficuzza è la più grande foresta presente nell'entroterra palermitano. Il territorio presenta una ricchissima rassegna di specie viventi: oltre 1.000 le specie vegetali, una miriade di uccelli, la volpe, il gatto selvatico, la martora e la donnola. Vi sono scomparsi i grossi mammiferi predatori come il lupo ed i grandi avvoltoi come il grifone e anche gufo reale.

Chiese

  1. Chiesa di San Leoluca
  2. Chiesa madre di San Martino
  3. Chiesa San Bernardo
  4. Chiesa SS Salvatore
  5. Coretto di Sant'Agostino

 

Secodo la tradizione la Chiesa di San Leoluca venne costruita sulla casa natia del Santo. Dell'esistenza della chiesa si hanno notizia già dal 1400. Il culto verso San Leoluca si sviluppa con l'arrivo della peste del 1575, anno in cui si ritenne necessaria l'intercessione del santo fondamentale a salvare la città dall'ondata di peste, tanto che venne nominato patrono principale dei Corleonesi. All' interno della chiesa c'è una statua dell'angelo custode datata al 1761 e anche la statua di San Leoluca posta sul retro dell'altare.

 

Corleone viene chiamato il "Paese delle 100 chiese” in cui è possibile vedere numerose opere d’arte che testimoniano i diversi stili artistici. Tra le principale chiese troviamo la Chiesa madre di San Martino di stile arabo e di origine trecentesca. La sua costruzione è passata attraverso vicende travagliate e lunghe, infatti all'impianto medievale si è sostituito l'impianto attuale neoclassico a tre navate divise da pilastri.

 

La chiesa di San Bernardo, costruita agli inizi dell'800, sorge sulle fondamenta della casa natale del santo e conserva le sue reliquie come il ceppo di legno usato come cuscino, la sua famosa spada e alcuni strumenti usati nella professione di calzolaio.

 

La Chiesa di SS. Salvatore è di origine medievale ma è stata riedificata nel XVIII secolo. Inizialmente nel convento convissero suore benedettine e suore carmelitane ma alla fine rimasero solo le suore benedettine. La chiesa concepita con un' unica navata rettangolare si costruisce intorno ad un chiostro che al centro presenta una bellissima fontana ottagonale.

 

Importante segno del sincretismo culturale di Corleone è la Chiesa di Sant’Agostino, che rispecchia lo stile Arabo, edificata nel trecento circa e ristrutturata in epoca Barocca con l'ampliamento del convento e del chiostro. Essa presenta un impianto neoclassico con un’unica aula rettangolare coperta da una volta a botte. Il suo tesoro è però rappresentato dal “coretto” con splendide pitture e un altare tipicamente barocco.

Musei

  1. Museo Civico "Pippo Rizzo"
  2. Museo Etnografico "San Leoluca"

 

Dal punto di vista artistico-culturale è molto interessante visitare il Museo Civico “Pippo Rizzo". Nel 1991 il Comune di Corleone acquistava dalla famiglia Provenzano, l'immobile sito nel centro storico cittadino. L'edificio risale alla metà del XIX secolo e conserva la pietra miliare, un pezzo unico e pregiato che possiede un’iscrizione latina del 252 a.C., la più antica della Sicilia.

 

Il museo etnografico di “San Leoluca”, impiantato nei locali dell’ex Monastero dei frati Olivetani conserva oltre duemila oggetti provenienti dalla tradizione contadina, artigianale e agro-pastorale del territorio, che risalgono tra la fine dell’ ottocento e i primi anni quaranta del ventesimo secolo.

 

                             

 

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