Cenni storici
Burgio, a circa 60 km da Agrigento e poco distante da Sciacca, è un antico borgo medievale che conta circa 2.640 abitanti. Il paese si estende sulle parte meridionale di monte San Nicolò, a 317 metri sul livello del mare è di origine saracena. Per alcuni studiosi, il nome “Burgio”, deriva da "Burg", che in arabo significa fortezza; per altri invece deriva dalla parola "Burgi" che significa mucchio di biade. Non esiste una fonte attendibile sulla data di fondazione di Burgio. Sicuramente esisteva nel XIV secolo d.C., quando il paese vicino Scirtea scomparve, forse distrutta dai Saraceni, e gli abitanti superstiti, insieme alla colonia saracena, fondarono Burgio. Durante la dominazione araba, Burgio fu governata da Hamud della dinastia Alidel, giunse in Sicilia e divenne signore di Burgio. Il re normanno Ruggero, venuto nell'isola, dopo 25 anni di guerra, era riuscito a sottomettere i Saraceni ma per debellarli tutti mancava la vittoria sull'emiro Hamùd, fiero e indomabile condottiero. Egli resisteva al re normanno nel triangolo di Agrigento, Guastanella e Castrogiovanni, dove si era trincerato. Caduta Agrigento, Hamùd decise di arrendersi consegnandosi al re Ruggero e abiurando la propria religione. Hamùd ricevette il sacramento del battesimo a Sciacca nell'anno 1088 da Gerlando, vescovo di Agrigento. Prese il nome cristiano di Ruggero, in onore del re normanno che fu suo padrino ed il cognome di Burgio dalla contea che ricevette in dono dal vincitore. Dopo Hamùd, la signoria di Burgio passò a Federico di Antiochia, conte di Mistretta e di Caltabellotta e successivamente nel 1337 ai Peralta, poi ai Colonna, ai Gioieni e infine nuovamente ai Colonna che la tennero fino al 1812, data in cui in Sicilia cessò il feudalesimo. Nel 1866 il governo centrale impose la soppressione delle corporazioni religiose e il conseguente abbandono dei vari monasteri. Iniziò così la lenta decadenza dei monumenti e cominciarono a perdersi le più significative tradizioni popolari di cui Burgio era ricchissima. Infine possiamo ricordare il grave terremoto del 1968 che ebbe conseguenze devastanti per il paese, soprattutto a livello territoriale.
Il "Venerabile Andrea"
Frate Andrea, al secolo Nicolò Sciortino, nacque a Burgio il 10 Settembre 1705. Nicolò bussò alle porte del convento dei Cappuccini per molte volte, ma ricevette spesso dei rifiuti sino a che non si rivolse personalmente al padre provinciale dei Cappuccini, frate Innocenzo da Chiusa. Lo seguì per strada sino al convento di Bivona, piangendo e supplicandolo di dare ascolto alla sua vocazione. Il parroco provinciale rimase sbigottito da tanta perseveranza e, arrivato in convento, firmò subito la lettera che autorizzava il giovane di Burgio a recarsi al noviziato. La vita nel convento di Monte S.Giuliano, ad Erice, iniziò il 1 Aprile 1735 con il nome di Andrea da Burgio.La caratteristica costante della vita del frate fu l'umiltà: dal dormire su di una cassa di legno durante la permanenza in casa dei cugini dopo la morte dei genitori, alla povertà degli abiti per l'intera vita, al digiuno costante, alle continue mortificazioni della carne e dello spirito. Era come se ogni cosa della vita quotidiana fosse, per l'umile frate, una ricchezza che non era dato avere, come se da lui il Signore potesse ricevere soltanto mortificazioni in veste di dono: troppa era stata la sofferenza del Cristo sulla croce in confronto all'abbondanza di bene che Andrea sentiva di ricevere dalla vita.A Palermo Frate Andrea visse sino alla sua morte, per nove anni. Passava il tempo in perenne preghiera ed adorazione, rimanendo immobile, in ginocchio, per ore ed ore. La sua estatica contemplazione e le mortificazioni corporali che continuava ad infliggersi, gli comportavano sovente febbri inspiegabili, definite "innaturali" dagli stessi medici. I voti di povertà, castità ed obbedienza furono solennemente rispettati per tutta la vita consacrata: indossava un saio e dormiva su tavole di legno senza cuscino. La sua castità fu definita "purezza angelica"; la sua obbedienza durò, silenziosa, fino alla morte. La sua preghiera era pura contemplazione di giorno e di notte; per quegli ultimi nove anni visse in meditazione dinanzi al Tabernacolo. Per giorni e giorni si cibò soltanto dell'Eucaristia. Nel 1770, all'età di 65 anni, sembrò giunto il momento della sua morte : una terribile malattia lo prese e lo portò in fin di vita ma la volontà di Dio non era questa e così, nel giro di pochissimi giorni, frate Andrea guarì totalmente. Anche questo sembrò un miracolo date le condizioni gravissime in cui si era ridotto. Lo stesso Venerabile, d'altronde, sentì arrivare per lui la morte. Quando ciò avvenne, Giovedì 16 Giugno 1772, erano trascorsi cinque giorni dall'aggravarsi delle sue condizioni dopo l'ennesima, cocente febbre; questa volta, però, Andrea stesso disse a più persone che stava per morire e, chiesta l'Estrema Unzione con l'Olio santo, aspettò che i frati terminassero la recita del Sancta Maria, e morì.